Raphael Mechoulam: il padre del CBD

Tutto quello che non sapevi sullo scienziato della cannabis.


Il biologo e chimico israeliano Raphael Mechoulam, considerato il padre degli studi sulla cannabis, è morto il 9 marzo a Gerusalemme all’età di 92 anni. La scomparsa è stata annunciata dall’American Friends of the Hebrew University, dove lo scienziato ha contribuito a formare il centro multidisciplinare per la ricerca sui cannabinoidi dell’Università Ebraica nel 2017.

Noi di loveweed.eu rendiamo omaggio al dottor Mechoulam con questo articolo come solenne tributo. Leggiamolo dunque insieme.


Una doverosa premessa                                                                                                            

Chi ha scoperto il CBD? La cannabis è utilizzata dagli essere umani da migliaia di anni, fin dai tempi antichi, come fonte di cibo, cordame, carta o cure mediche. Soltanto nell’ultimo secolo però l’uomo ha iniziato davvero a svelare alcuni dei suoi segreti più profondi. Negli ultimi anni infatti abbiamo assistito ad importanti dibattiti sugli aspetti legali, sociali e medici inerenti la cannabis. Questo crescente interesse ha portato anche ad un aumento del numero di ricerche e ricercatori.

 

Tra questi, nessuno ha contribuito così tanto agli studi quanto il dottor Raphael Mechoulam, ovvero il “padre della ricerca della cannabis”. Il dottore ha infatti scoperto il THC ed è stato il primo a riuscire ad isolare il CBD. Ripercorriamo insieme le sue più grandi scoperte.

La biografia in sintesi            

                                                                                               

Raphael Mechoulam è nato a Sofia, in Bulgaria, nel 1930. A causa della proclamazione delle leggi razziali, suo padre (medico nell’ospedale della città) venne deportato nei campi di concentramento, dove comunque riuscì a sopravvivere. Fu nel 1949, quando la famiglia emigrò in Israele, che Mechoulam iniziò ad intraprendere gli studi in chimica. Laureato nel 1952, sei anni dopo ottenne il dottorato al Weizmann Institute di Rehovot per poi passare alla Hebrew University di Gerusalemme. 

 

Nel 1964, dopo aver sintetizzato per primo il THC, Raphael Mechoulam ha dedicato il resto della sua vita a studiare la cannabis e i suoi molteplici usi nella medicina, pubblicando quasi 400 studi scientifici a riguardo. Agli inizi degli anni ‘60 Mechoulam fu sorpreso a trasportare 5 kg di hashish libanese di contrabbando a Tel Aviv. Non aveva intenzione di fumare quella droga: all’epoca era un ricercatore alle prime armi desideroso di esplorare la scienza della cannabis. Nel 1982 la sua tesi sulla legalità della cannabis è diventata celebre: egli ha sostenuto che se la cannabis fosse legale, questa sostituirebbe immediatamente circa il 20% di tutti i medicinali farmaceutici. Nel 1992 il suo laboratorio è stato protagonista di un’altra scoperta storica: è stato il primo a scoprire una sostanza chimica molto simile al THC che è presente nel cervello umano. Si tratta dell’anandamide, un acido grasso che fa da neurotrasmettitore. Tra i suoi effetti benefici il suo significativo contributo a sopprimere la proliferazione delle cellule tumorali.

 

I suoi studi sugli effetti del CBD                                                                                                            

Il dottor Raphael Mechoulam ha dichiarato in più interviste come la ricerca scientifica sulla cannabis in realtà sia stata intrapresa con estrema lentezza. Quando ha iniziato le sue ricerche vi erano delle conseguenze dirette sui ricercatori che provavano a reperire la canapa al fine di condurre i propri studi. Non a caso riuscì a pubblicare il primo studio sul CBD, che aveva come soggetti otto pazienti epilettici, solo nel 1980 ovvero 17 anni dopo aver scoperto il principio attivo. Egli evidenziò come il CBD controllasse le crisi epilettiche dei pazienti migliorandone la vita quotidiana. Inoltre, accostò i benefici del CBD anche ad una possibile cura contro il cancro.

 

La sintesi dei cannabinoidi elaborata dal dottor Mechoulam, due decenni dopo riuscì a condurlo alla scoperta del sistema endocannabinoide umano. Non è azzardato ammettere che proprio grazie alle sue scoperte finalmente la scienza cominciò a capire l’incredibile relazione tra cannabinoidi e fisiologia umana. In poche parole, Mechoulam ha scoperto che i cannabinoidi tendono a legarsi a recettori che si trovano in diverse aree del cervello e in altri organi vitali dell’uomo. Tale legame chimico è in grado di scatenare diverse reazioni che possono causare effetti molto diversi tra loro: dai benefici anti-infiammatori fino alla paranoia. Proprio nel 1992 ha scoperto che l’uomo produce naturalmente cannabinoidi interni, che rappresentano importanti sostanze per la regolazione della memoria del dolore, dell’umore e di molto altro ancora.

 

Cosa lascia alla ricerca moderna                                                                                                            

Il dottor Mechoulam ha continuato attivamente, fino alla recente morte, la sua attività di ricerca sui cannabinoidi endogeni, tanto che lui stesso li ha definiti il “passo successivo” nella ricerca sulla cannabis. Egli credeva che questi cannabinoidi abbiano un grande potenziale medico e che svolgano un ruolo importante nell’ambito della biologia umana. Mechoulam ha infatti messo in relazione i cannabinoidi con il recupero da lesioni traumatiche al cervello causate da attività dei vasi sanguigni e con i processi di recupero dalle dipendenze. 

 

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